Le foto belle sono quelle che emozionano. Può sembrare una frase banale, un luogo comune, ma dietro a questa affermazione si nasconde un mondo fatto di autenticità, di spontaneità e di naturalezza che rende l’immagine una vera e propria forma d’arte.
E, quando si pensa alle fotografie che emozionano di più, di certo si pensa alle foto del matrimonio. Quella giornata sarà indimenticabile, sarà il giorno più bello della vita degli sposi (o il primo di una lunga serie, glielo si augura), e fare in modo che la coppia riviva quelle emozioni ogni volta che sfoglia l’album fotografico del matrimonio o guarda il video della cerimonia e del ricevimento, non può che essere il miglior modo per onorare un’unione per la vita.
Wedding storytelling professionale: foto e video delle nozze
Fare un servizio fotografico matrimoniale che si rispetti vuol dire scrivere assieme agli sposi, alle loro famiglie, ai testimoni di nozze e agli invitati più cari, il racconto del coronamento del loro sogno più romantico, che è appunto quello di giurarsi amore eterno.
Il fotografo e il videomaker che vengono contattati per svolgere questo importante e delicato lavoro, dunque, hanno il compito di costruire insieme agli sposi ogni parte, ogni azione, ogni immagine di quella giornata e, per farlo, si servono di strumenti speciali: degli sguardi, dei gesti, delle mani, delle carezze, delle lacrime, degli abbracci, dei sospiri, della tensione, delle risate che quella giornata vedrà esplodere non solo tra gli sposi, ma anche fra tutte le persone che condivideranno con loro le emozioni di un matrimonio.
E la parola emozioni è proprio il concept che sta dietro all’intero lavoro di storytelling di Emanuele Rondinone, fotografo matrimoni a Matera: quello che ha a cuore è rappresentare il racconto delle emozioni che costruiscono un disegno più ampio, ossia un susseguirsi di immagini e video assolutamente reali, spontanee, non artefatte.
Rondinone non fa mettere in posa gli sposi né i familiari né i testimoni, ma si “nasconde” con discrezione, si mimetizza nelle location (nelle case degli sposi, in chiesa/municipio/qualsiasi luogo in cui si celebra l’unione, al ristorante) e sceglie di immortalare soltanto quello che gli si manifesta davanti: la vita vera, e ogni dettaglio, anche piccolo, fa la differenza.
È proprio questo, infatti, il significato – e la differenza con la tradizionale fotografia matrimoni – del lavoro dello storyteller, il quale non si limita a imprimere le scene in digitale, ma costruisce una narrazione, un racconto per immagini che restituisca le emozioni provate durante tutta la giornata, proprio come se si stesse girando un reportage documentaristico. Dal reportage, infatti, lo storytelling del fotografo matrimoni a Matera non si discosta molto poiché, proprio come farebbe un giornalista, anche per un matrimonio si racconta una storia, seppur personale.
Ogni fotografia sarà piena di bellezza anche se presa singolarmente, nella sua individualità, ma la magia sarà data dal fil rouge che le lega l’una all’altra, che le fa scorrere una dopo l’altra, che accende il ricordo vissuto di chi le osserva e ne crea uno vivido, in grado di commuovere, in chi le guarda per la prima volta, anche se non era presente al matrimonio.
Raccontare un matrimonio: un lavoro emozionale
L’approccio dello storyteller è, dunque, totalmente spontaneo e autentico perché, per lavorare sulle (e con le) emozioni, per catturare ogni emozione, dalle più piccole alle più grandi, non bisogna “sporcarsi” con la costruzione delle scene, con le foto in posa, con gli sguardi direzionati ad hoc e con i movimenti prestabiliti: per scattare delle foto (visual storytelling) e girare dei video (video storytelling) che siano emozionali è fondamentale, appunto, utilizzare differenti stili di ripresa e lasciare spazio alla narrazione delle emozioni, dedicargli le giuste attenzioni, riservargli la necessaria importanza, e nulla di tutto questo può venir fuori se dietro c’è un copione scritto.
In linea con questo approccio, c’è anche tutta la parte tecnica che riguarda la post-produzione. In genere, uno storyteller degno di questo nome non dedica molto tempo al lavoro sulle modifiche e sugli effetti, sul bilanciamento dei colori, sul contrasto delle luci, sull’esposizione, sulla saturazione e la nitidezza dell’immagine. Ogni scatto fotografico, dunque, viene lasciato così com’è stato immortalato, al naturale, per restituire una narrativa delle immagini non artefatta ma enfatizzata, tenuta insieme da un filo conduttore molto empatico.
Quella dello storytelling di matrimonio è, infatti, una tecnica fatta di empatia, perché il fotografo entra in sintonia con gli sposi e con la loro storia (in genere, quando il fotografo incontra gli sposi per prendere in consegna il lavoro, chiede loro di raccontargli la loro storia d’amore). Solo in questo modo, e catturando i particolari più suggestivi ed emozionanti, tra uno scatto fotografico e l’altro, ci potrà essere una cronologia di emozioni manifestate e colte nell’attimo esatto.