Quanti soldi mettere nella busta del matrimonio?

quanti soldi dare agli sposi nella busta

Hai appena ricevuto una partecipazione di nozze. Magari di una coppia che conosci bene, o magari no. Magari sei felicissimo di partecipare, oppure è uno di quegli inviti che ti creano più ansia che gioia. Ma una cosa è certa: prima o poi ti farai la domanda fatidica. Quanti soldi metto nella busta?

Il regalo in denaro per un matrimonio è una tradizione tutta italiana, molto meno diffusa all’estero, dove si regalano più spesso oggetti scelti dalla lista nozze. Da noi invece c’è questa usanza dell’“offerta”, come fosse un rito laico, un gesto tra il simbolico e il pratico, che dice: “Io ci sono. E vi auguro buona fortuna”. Ma la cifra da mettere nella busta non è mai una cosa semplice da decidere. È una questione che mescola etichetta, affetto, economia personale e, diciamolo, anche una certa dose di ansia sociale.

Non è solo una questione di soldi

Prima di pensare al numero, bisogna guardare al significato. Dare soldi agli sposi è un gesto che ha a che fare con la condivisione: li stai aiutando a iniziare una nuova vita, magari a coprire le spese del matrimonio, o semplicemente stai partecipando, in modo tangibile, alla loro felicità. E fin qui tutto chiaro. Ma, come ogni gesto sociale, anche questo ha le sue regole non scritte.

La cifra non è mai davvero “libera”. In teoria sì, puoi dare quello che vuoi. Ma in pratica sai benissimo che esistono aspettative. Quelle degli sposi, quelle dei genitori, quelle della società. E, soprattutto, le tue. Perché nessuno vuole passare per tirchio. Ma nemmeno per scialacquone.

La mitica “quota copertura”: quanto costa la tua sedia?

Una delle regole più diffuse — anche se non scritta da nessuna parte — è quella che dice: nella busta, metti almeno la quota per coprire il tuo posto a tavola. Questo significa, in pratica, che dovresti dare almeno una cifra pari al costo stimato che gli sposi hanno speso per averti lì a festeggiare.

Facile? Mica tanto. Perché quel costo dipende da tanti fattori: dove si svolge il ricevimento, quanti invitati ci sono, che tipo di menù è stato scelto, se si tratta di un pranzo o di una cena, se è un agriturismo semplice o una villa con catering da 120 euro a portata. La media italiana per un coperto, oggi, varia tra gli 80 e i 130 euro. Ma può salire tranquillamente oltre i 150 se si tratta di un matrimonio di fascia alta.

E qui arriva il trucco, o meglio, la formula.

La formula matematica per decidere quanto regalare

Esiste una formula semi-seria (ma anche abbastanza affidabile) che gira da anni sui blog e tra gli amici più navigati. E suona più o meno così:

QUANTO REGALARE = COSTO PRESUNTO DEL COPERTO + LEGAME AFFETTIVO × MOLTIPLICATORE DI GENEROSITÀ

Tradotto in parole semplici: stima quanto possono aver speso per te, aggiungi un po’ in base al rapporto che hai con gli sposi, e moltiplica tutto per il tuo senso di generosità — o di colpa, a seconda dei casi.

Ecco alcuni esempi pratici.

Se sei un amico di vecchia data, ma non intimo, e pensi che il matrimonio costi circa 100 euro a testa, potresti regalare tra i 120 e i 150 euro. Se invece sei un parente stretto, o un testimone, è normale salire tra i 200 e i 300 euro, se non di più. Se sei una giovane coppia con figli e difficoltà economiche, nessuno si aspetta che metti 400 euro nella busta. Basta essere sinceri. Ma se guadagni bene e ci tieni, un regalo più generoso è anche un segno di affetto.

Non sei solo un numero: valuta il contesto

Ma attenzione: non è una gara a chi mette di più. E nemmeno un do ut des (“ti ho regalato 200 euro, mi aspetto che tu faccia lo stesso al mio matrimonio”). Il regalo in denaro è un gesto di cura, che deve tenere conto non solo del costo del pranzo, ma anche di altri elementi importanti.

C’è il tuo budget personale, innanzitutto. Se sei uno studente fuori sede, disoccupato o hai mille altre spese da affrontare, non devi rovinarti per una busta. In quei casi, 50 o 70 euro bastano e avanzano, specie se accompagnati da un bel biglietto scritto a mano.

C’è poi la distanza: se hai dovuto fare 500 chilometri, pagarti un hotel, un volo, il vestito e magari anche un babysitter, è normale che la busta sia più leggera. Gli sposi veri, quelli con il cuore, queste cose le capiscono.

E infine c’è l’intenzione: un regalo in denaro non è solo la somma, ma anche il gesto con cui viene dato. Se nella busta c’è anche un pensiero, una frase, un augurio vero, quel gesto diventa un dono molto più prezioso di quanto credi.

Coppie, single, famiglie: cambia tutto?

Sì. La cifra cambia anche in base a quanti siete. Una persona sola può mettere una cifra più bassa di una coppia, che a sua volta può mettere qualcosa in più se ha figli invitati. Anche qui, niente di obbligatorio, ma un po’ di buon senso.

Una persona sola di solito mette tra i 100 e i 150 euro. Una coppia tra i 200 e i 300. Se si è in tre, magari si arriva a 350. Se in quattro o cinque, si può pensare anche a 400 o 500. Ma solo se la situazione lo consente, ovviamente.

Ok, ma come metto i soldi nella busta?

Sembra banale, ma è una domanda legittima. Una busta bianca anonima è brutta. Meglio scegliere una busta carina, magari con qualche disegno o colore elegante. Scrivi un biglietto a mano, con un messaggio personale. E metti i soldi in contanti, possibilmente banconote nuove e dispari, tipo 150 o 250 euro. In molte regioni si evita di mettere cifre tonde, per tradizione scaramantica.

Oggi si usa anche il bonifico, o le carte regalo digitali. Ma se vuoi davvero essere memorabile, resta sulla busta fisica. Ha un sapore antico, ma emoziona ancora.

In sintesi: sii sincero, sii generoso, ma sii te stesso

Non esiste un numero magico. Ma esiste una regola d’oro: regala quello che puoi e che ti fa sentire bene, senza sentirti in colpa né in obbligo. Gli sposi lo capiranno. E se non lo capiscono, forse non meritavano nemmeno la tua presenza.

La busta è un gesto d’amore, non una tassa d’ingresso. Scegli la tua cifra con il cuore, non con il calcolatore. E magari scrivici sopra una bella frase che resterà, quando i soldi saranno già volati via.